RINNOVO CCNL SANITÀ: CHIEDIAMO EVOLUZIONI REALI, PER UN CONTRATTO CHE CONSIDERIAMO DELUDENTE

NESSUN PASSO AVANTI DI ARAN RISPETTO ALLA BOZZA DI ACCORDO PROPOSTA IL 14 GENNAIO SCORSO.

CHIEDIAMO EVOLUZIONI REALI, PER UN CONTRATTO CHE CONSIDERIAMO DELUDENTE. E SE L’INCONTRO DI OGGI DOVESSE ESSERE SERVITO SOLO PER POTER DIRE DI AVERCI PROVATO,
SENZA LA REALE VOLONTÀ DI DISCUTERE PER UN CONTRATTO MIGLIORE, ALLORA NURSING UP PORTERÀ AVANTI LE SUE BATTAGLIE IN OGNI AZIENDA E SERVIZIO DEL SSN, IN SINTONIA CON QUELLO CHE I LAVORATORI CI CHIEDONO DI FARE.

Cari colleghi,
si è riaperta nella giornata di oggi, dopo settimane di stallo, la tanto attesa discussione sul rinnovo del contratto del comparto sanità 2022-2024.

L’ARAN non ha proposto nulla di nuovo.


Abbiamo espresso, ancora una volta preoccupazione per l’assenza di evoluzioni concrete e abbiamo ribadito la nostra disponibilità a trattare, purché si arrivi a reali riconoscimenti per gli infermieri, le ostetriche e tutti gli altri professionisti ex legge 43/2006.

Le risorse disponibili per il CCNL 22/24 sono poche, ne siamo consapevoli, ma la loro allocazione poteva e doveva essere diversa.
Quegli 8 euro di differenza tra l’aumento di stipendio tabellare di infermieri, ostetriche e professioni sanitarie, e quello delle aree e categorie sottostanti, pesano ancora oggi come uno schiaffo alle nostre professioni.

Sia chiaro, l’aspetto normativo della bozza propostaci il 14 gennaio scorso, offre margini di cambiamento che l’ARAN, a quanto oggi ci è stato detto, non vuole cogliere, anzi!

Nursing Up ha dato, senza mezzi termini, la propria disponibilità a trattare 24 ore su 24, ma al momento non ha potuto far altro che prendere atto di una chiusura di ARAN su tutti i fronti.


Tra le richieste avanzate dal Nursing Up, emerge ancora una volta la necessità di garantire l’accesso all’area di elevata qualificazione a tutti i professionisti sanitari, inclusi coloro che possiedono titoli equipollenti riconosciuti dalla legge 42/1999, e non solo ai laureati magistrali.

L’esclusione di questi ultimi rappresenterebbe una discriminazione inaccettabile e una penalizzazione ingiustificata per migliaia di lavoratori esperti, pur a parità di qualifica e di responsabilità.

Sul fronte della formazione, Nursing Up ha chiesto di destinare due ore settimanali dell’orario di servizio (di 36 ore) all’aggiornamento ECM, e 24 ore annuali, ulteriori ed aggiuntive rispetto agli altri dipendenti, dovendosi considerare la specificità delle professioni sanitarie, che richiedono un costante aggiornamento.

Un altro punto critico riguarda gli operatori sanitari over 60: “Abbiamo chiesto che i colleghi over 60 possano essere esonerati dai turni notturni e dalla pronta disponibilità, su loro richiesta.
L’ARAN ha risposto con una vaga disponibilità, sempre nella bozza propostaci il 14 di gennaio u.s.,lasciando la decisione finale alle aziende sanitarie.


Qui ci vuole il riconoscimento di diritti concreti ed esercitabili dai dipendenti, e non mere possibilità.

Per quanto concerne la questione economica, Nursing Up ritiene inaccettabile che, le risorse già disponibili nel CCNL 22/24 vedano gli aumenti tabellari previsti per gli infermieri e le ostetriche fermi a 135 euro lordi, con una differenza di soli 8 euro rispetto all’area sottostante degli assistenti.
Questa non è valorizzazione!

Certo, dobbiamo continuare a chiedere maggiori risorse al Governo per il futuro,ma la quadra per la chiusura del CCNL 22/24 avrebbero potuto almeno provare a cercarla, distribuendo meglio
quelle già disponibili, cosa che, invece, si sono ben guardati dal fare.
Si signori, per come la vediamo noi, l’ARAN ha fatto scelte discutibili, che altri sindacati sono pronti a sottoscrivere, ma che noi contestiamo, pure nella disponibilità, se davvero le trattative sono
ripartite, di poterci lavorare.

Il Nursing Up ha criticato ancora una volta, aspramente, e nel silenzio dell’altro sindacato degli infermieri, l’introduzione contrattuale della figura dell’assistente infermiere, senza aver prima valorizzato e dato impulso alle funzioni degli altri professionisti sanitari nell’organizzazione delle aziende sanitarie, operatori in grado di esprimere elevate potenzialità da mettere a disposizione dei servizi e strutture del SSN.

Se mancano gli infermieri, le ostetriche, e altri professionisti sanitari, bisogna pensare prima ad incentivare queste professioni, garantendo loro stipendi adeguati e migliori condizioni di lavoro.

Introdurre assistenti con poche ore di formazione non è la soluzione: il Servizio Sanitario Nazionale ha bisogno di infermieri qualificati, non di palliativi.
E poi assistente infermiere? Assisterà chi, se gli infermieri mancano drammaticamente all’appello?


Per non parlare dell’Infermiere di famiglia: il grande assente. Un’altra grave lacuna del nuovo contratto riguarda il ruolo dell’infermiere di famiglia e di comunità. “Abbiamo chiesto con forza che questa figura venga riconosciuta e adeguatamente inquadrata nel contratto. Il PNRR ha previsto un potenziamento della sanità territoriale, ma senza un contratto chiaro per gli infermieri di famiglia, il rischio è che questa riforma rimanga solo sulla carta. Gli infermieri di famiglia svolgono un ruolo cruciale nella prevenzione e nell’assistenza domiciliare,ma senza un adeguato riconoscimento contrattuale, come possiamo attrarre e trattenere professionisti qualificati? Ancor più di quanto previsto per gli assistenti infermieri (figura creata in base ad un Accordo Stato Regioni) qui c’è una legge, che dal 2020 ne prevede e sostiene l’inserimento sul territorio. Ci chiediamo perché ad oggi non si tenga conto di tutto ciò.

Queste sono le criticità che Nursing Up ha voluto, ancora una volta, sottolineare oggi al tavolo negoziale, precisando la propria volontà e ferma determinazione di proseguire le trattative, in piena coerenza con le proprie posizioni.
Per fare questo, però, è necessario un cambio di rotta da parte dell’ARAN e delle Regioni.

Se la bozza di contratto resta così com’è, il sindacato non potrà accettarla. Siamo pronti a confrontarci 24 ore su 24, ma servono risposte concrete. Gli infermieri e le professioni sanitarie meritano il rispetto che finora non è stato loro riconosciuto.

E se l’incontro di oggi fosse stato voluto solo per poter dire di averci provato, senza la reale volontà di discutere per un contratto migliore, allora noi non presteremo di certo il fianco…

Una cosa è certa, e cioè che noi continueremo a portare avanti le nostre battaglie in ogni azienda e servizio del SSN, in sintonia con quello che i lavoratori ci chiedono di fare

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